STAR TREK: SHORT TREKS - Recensione "Q&A"


A seguito dell'inaspettato successo dato dalla prima serie di cortometraggi rilasciata lo scorso anno, la CBS decide di sorprendere il suo pubblico aprendo il secondo ciclo di Short Trek durante il panel dedicato a Star Trek al NYCC 2019. Come già annunciato qualche mese fa al SDCC 2019, la seconda serie sarà composta da sei cortometraggi, che verranno rilasciati in coppia a partire da questo mese, con eccezione dell'ultimo, che precederà Star Trek: Picard. Il primo corto rilasciato, intitolato "Q&A", è collegato a Star Trek: Discovery, o meglio alla seconda stagione, dato il punto di vista scelto per raccontare la singolare vicenda al suo interno. Diretto da Mark Pellington (Cold Case, Blindspot) e scritto da Michael Chabon (autore del corto "Calypso" e showrunner di Star Trek: Picard, il quale ha dedicato questo cortometraggio a suo padre, Robert Chabon, venuto a mancare da poco), il cortometraggio affronterà il primo giorno di Spock a bordo della USS Enterprise, caratterizzato da una bizzarra disavventura con Numero Uno.


-Primo giorno: Il cortometraggio si apre con l'immagine del tenente Spock che si prepara per essere teletrasportato sull'Enterprise. Arrivato sulla nave, Numero Uno gli porge un accoglienza di rito, notando l'eccessivo vigore con cui il Vulcaniano si presenta, e gli sottolinea che non ha ancora fatto domande da quando è a bordo, invitandolo a farne quante più possibile ai suoi futuri compagni di viaggio. Per metterlo alla prova, gli da' la possibilità di soddisfare la sua curiosità finchè non arrivano al turboascensore e Spock parte a razzo con le sue domande


-In ascensore: Arrivati al turboascensore Numero Uno invita Spock a vedere la plancia e lui entra insieme a lei. Durante la discesa, Numero Uno commenta con piacere il curriculum di Spock, ricco di onorificenze difficili da acquisire e ritenute affascinati da entrambi, a dispetto delle difficoltà. La loro conversazione viene interrotta da una brusca frenata dell'ascensore, causata da un misterioso guasto al sistema. Approfittando della "pausa" Numero Uno dice a Spock di continuare con le domande e lui le chiede i tre tratti più notevoli del capitano Pike e lei sottolinea la sua capacità di ascoltare i punti di vista altrui, il suo uso della violenza come ultimissima risorsa e il suo amore spropositato per i cavalli, una cosa che Spock non comprende completamente. Il Vulcaniano nota l'accuratezza dei dettagli che Numero Uno conosce su Pike e lei presa da un momento di imbarazzo, chiede all'ingegneria se ci sono stati progressi sulla riparazione dell'ascensore.


-Intimità claustrofobica: Per diverse ore Spock continua con le domande a raffica, non mostrando alcun segno di stanchezza o noia, al contrario di Numero Uno, la quale però mostra una certa sinergia con il Vulcaniano, pur imbarazzandosi alla domanda circa il suo vero nome. Dopo aver discusso della prima direttiva e delle melanzane, Numero Uno decide di aprire il portellone superiore dell'ascensore e si fa aiutare da Spock, il quale fa anche qualche gesto compromettente. Numero Uno cerca di riparare i contatti, ma vi è un corto circuito e i due cadono a terra, tramortiti. Numero Uno inizia a sentire gli effetti dell'ambiente chiuso e dopo essersi sbottonata l'uniforme chiede a Spock di fare altre domande. Lui le dice di non averne più e così lei decide di farne una al Vulcaniano, del tipo più personale:

"N: When you beamed aboard, Ensign, were you... smiling? I didn't know that was something Vulcans could do. I must admit, I found the sight a bit disconcerning.

 

S: Duly noted. In the future I will be careful to avoid smiling.


N: No. The strength of a Starfleet crew is in its diversity and differences. I would never ask of a crewmember to suppress or conceal their nature. I do think one must be aware, however, of how one is perceived by one's comrades. Not because you're half-Vulcan. But this is the advice I'd give to anyone whose ultimate goal is command.


S: That is not my goal, sir.


N: Bullshit. No one endures two solid years of Onafuwa on quantum-stochastic combat modeling because they want to sling a tricorder for the rest of their lives. And if you want to command, you're gonna have to learn to keep your freaky to yourself. Even if that's painful.


S: I have been doing that all my life. And it is.


N: I know.


S: Do you? Then that leads to a logical next question."


Numero Uno decide di mostrargli qualcosa e dopo essersi messa di fronte a lui, inizia ad intonare il brano "I Am the Very Model of a Modern Major-General" (brano già eseguito in Star Trek: The Next Generation) e Spock la guarda sorpreso. A un tratto lei smette di cantare e Spock inizia ad andarle dietro, ma il piacevole dutetto viene interrotto dall'arrivo del tenente Amin, che ha aperto il portello superiore per prelevarli. Alla fine Numero Uno chiede a Spock di dimenticare quanto avvenuto, per il suo bene.


-Che il viaggio cominci: Spock e Numero Uno riescono finalmente ad arrivare in plancia e il capitano Pike nota la presenza del nuovo membro dell'equipaggio. Il capitano si presenta a Spock e gli chiede di restare a suo agio, ma lui dice che quello non è il suo forte, così Pike gli chiede se i Vulcaniani provano mai timore per qualcosa e lui risponde di sì e che il più delle volte tendono a nasconderlo. Poi l'attenzione si sposta sullo schermo, che mostra una nebulosa dai colori caldi, con Spock che osserva l'orizzonte, pronto per la missione che gli avrebbe cambiato per sempre la vita.

VERDETTO


La caratteristica principale degli Short Trek è l'incredibile varietà di stile e impostazione della trama, per cui si possono trovare trame incredibilmente leggere o da una profondità disarmante, permettendo anche di raccontare vicende che in un episodio tradizionale non potrebbe trovare posto. Come dimostratosi dal primo ciclo di quest'antologia, anche stavolta la struttura che alterna momenti spensierati a situazioni di maggiore impatto risulta avere successo, almeno in questo primo cortometraggio. Un quarto d'ora all'insegna della leggerezza, con un registro semplice ma piacevole, a dimostrazione di come lo sceneggiatore Michael Chabon porti all'interno dell'universo Trek una versatilità encomiabile, dopo aver già confenzionato il raffinato e profondo "Calypso", a tutt'oggi il miglior corto Trek realizzato finora. La storia è incentrata su uno dei personaggi più amati dai fan, Spock, il quale si trova ad affrontare il suo primo giorno come tenente a bordo dell'Enterprise, non senza sorprese lungo la strada. Prima di avanzare nuovamente quelle critiche già sorte durante la seconda stagione di Discovery, va sottolineato come la vicenda raccontata nel corto sia precedente alle vicende del pilota "The Cage", pertanto lo Spock che vediamo qui è decisamente più umano e gioviale all'occorrenza, senza mancare del suo essere logorroico, con Ethan Peck che riesce a domare queste diversissime sfumature di carattere. Il Vulcaniano si trova a stabilire una dinamica speciale con Numero Uno, come un allievo che impara dal maestro, tematica non nuova in Star Trek, ma che trova sempre un modo fresco e nuovo per venire espressa, permettendo anche di conoscere meglio i due personaggi, fra domande di scienza, stati d'animo, racconti del passato e un simpatico duetto musicale. Insomma il secondo ciclo di Short Trek si apre in modo davvero scorrevole e leggero, e dato che ne avremo di più da vedere quest'anno, non possiamo che aspettarci altre tipologie di storie, diverse ed emozionanti al tempo stesso, perchè di Star Trek non se ne ha mai abbastanza.


Il secondo corto, intitolato "The Trouble with Edward", ambientato sempre in era Discovery, vedrà una nuova iterazione con gli esseri più soffici della galassia, i Tribboli, i quali porteranno nuovi guai sulla USS Cabot. Fra i protagonisti ricordiamo Rosa Salazar (Alita: Battle Angel) nel ruolo del giovane capitano e H. Jon Benjamin (Archer, Bob's Burger) nel ruolo di uno scienziato che fa' una scoperta sui Tribboli.




Ci vediamo con la recensione del prossimo Short Trek! Continuate a seguirci!

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Articolo di Ada Bowman

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