La quinta stagione di Slow Horses sta volgendo al termine e il penultimo atto di questa nuova missione dei Ronzini offre una marea di situazioni intriganti, fra trappole, lavate di testa e il caos che continua a dilagare per Londra. Diretto, come sempre, da Saul Metzstein e scritto dal creatore della serie Will Smith, "Circus" svela le vere intenzioni degli antagonisti della stagione e mostra come non bisogna mai dare niente per scontato, soprattutto nel mondo dello spionaggio britannico.
RECENSIONE 5x01 "BAD DATES"
"-You should bring forward your resignation before you die of shame working for that.
-Please don't. I don't think I can cope with your pity."
RECENSIONE 5x02 "INCOMMUNICADO" e 5x03 "TALL TALES"
Il penultimo episodio della quinta stagione ci ricorda una lezione tanto semplice, quanto fondamentale: mai fidarsi di nessuno. La diffidenza che caratterizza questo mondo non va data per scontato, motivo per cui ciò che si temeva nell'aria dall'inizio della stagione si è rivelato essere una certezza, e che certezza. Ma procediamo con ordine. L'episodio riprende dal surreale epilogo della scorsa settimana, che vedeva Gimball ucciso per una casuale fatalità, di cui River e Coe sono indiretti responsabili, con tanto di epica lavata di testa da parte di Jackson. In seguito Jackson si reca da Taverner (con cui ha un dialogo a dir poco esplosivo e che testimonia l'effervescente chimica che c'è fra i due) e Whelan per svelare loro che il gruppo che sta portando avanti il piano di destabilizzazione è originario della Libia, e che sta colpendo Londra per vendicarsi di quanto hanno subito dopo il collasso del governo Gheddafi. Con questa informazione, Whelan convince Tara, "prelevata" da Jackson e Flyte nello scorso episodio, ad aiutarli a stanare il gruppo e lei, con grandissima riluttanza, acconsente, fornendo persino il codice usato per hackerare il server del MI5, il quale può essere usato solo dal portatile di Roddy. Tutto sembra filare fin troppo liscio, e nel frattempo arriva il primo campanello d'alarme, lanciato da David Cartwright, il quale chiama il nipote dalla casa di riposo per avvertirlo, naturalmente trascurato da River, il cui comportamento in questa stagione è comprensibile, ma allo stesso tempo irritante. E, una volta mandata Tara nel mondo esterno, vi è una rivelazione bomba che arriva piano piano e che gestita in maniera brillante dal punto di vista registico e di sceneggiatura: Tara era coinvolta col gruppo sin dall'inizio e aveva pianificato tutto, persino l'incontro col gruppo e il dare il codice a Roddy, il quale, una volta usato, lascia l'intero MI5 allo scuro. Come da piano di destabilizzazione, acceca il tuo nemico. E ora, senza la tecnologia e allo scuro della prossima mossa del gruppo, i nostri protagonisti dovranno fare una corsa contro il tempo per impedire che il caos dilaghi ancora di più. Gli elementi per un intensissimo finale di stagione ci sono proprio tutti.
"Blind your enemy." Il penultimo atto della quinta stagione di Slow Horses ricorda che non bisogna fidarsi di nessuno, fra trappole, lavate di testa e il caos che dilaga.
RECENSIONE 5x04 "MISSILES"
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