The Handmaid's Tale chiude la sua quinta stagione con il decimo episodio "Safe", un finale potente, che pone a conclusione le vicende aperte nei passati episodi, orientandole verso quella che sarà la conclusione della serie. Diretto da Elisabeth Moss (alla sua terza regia stagionale) e scritto dallo showrunner Bruce Miller, il finale vede June fare di tutto per mettere al sicuro la sua famiglia, mentre a Gilead la situazione per Janine e Nick diventa più pericolosa del previsto.
"We waited last time. We waited too long, and we didn't see how much they hated us. I lost you, and then we lost Hannah. [...] We will never ever forget about her, but we cannot help her if we are dead. It's changing, Luke. This country is changing. [...] America wasn't Gilead until it was, and then it was too fuckin' late. Luke, we have to go. We have to run. Now."
June non si sente più al sicuro in Canada per via dell'aumento del malcontento verso i rifugiati e i suoi timori vengono confermati nel momento in cui viene investita da un auto poco dopo essere uscita dalla sua casa. Luke aggredisce il conducente prima che possa fare del male a June, la quale viene portata in ospedale. Nel frattempo Nick è preoccupato per June, domandandosi se è davvero al sicuro in Canada, consapevole che Gilead non la lascerà mai in pace, così accetta l'offerta di Tuello di diventare informatore per conto degli Americani. Poco dopo Nick va a trovare June in ospedale, per poi tornare a Gilead e recarsi a casa Lawrence, dove da' un pugno proprio al comandante, il quale afferma di non aver ordinato nessuna azione nei confronti di June. Nick viene tenuto in detenzione e svela a Rose di non aver dimenticato June, spingendola a lasciarlo. Intanto Janine viene a sapere da zia Lydia che verrà collocata come ancella del comandante Lawrence e la ragazza ne rimane entusiasta, poichè le darebbe modo di passare più tempo con la piccola Angela, ma quanto si confronta con Naomi, la quale la tratta come ancella e non come madre di Angela, Janine non ci sta e la aggredisce. In seguito Janine viene arrestata dagli Occhi assieme alla marta che l'aveva informata di June, sotto lo sguardo sconvolto di zia Lydia. In Canada June e Luke vengono a sapere da Rita che l'aggressore è morto per le percosse subite e che Luke verrà arrestato per omicidio, così June decide assieme a Luke di scappare dal Canada con Nichole. Tuello li incontra, spiegando loro che la polizia canadese li aspetta all'aeroporto e che l'unico modo che hanno per andarsene è un treno per Vancouver, da cui poi potranno raggiungere l'Alaska. June, Luke e Nichole si recano alla stazione e vedendo gli agenti richiedere i documenti, Luke sceglie di farsi arrestare al fine di permettere a June e Nichole di lasciare il Canada. Le due riescono a salire sul treno, ma a un tratto June sente il pianto di un bambino, ritrovandosi davanti Serena e il piccolo Noah, anch'essi in fuga, con l'episodio che si chiude sulle martellanti note di "Bury a Friend" di Billie Eilish.
COMMENTO: L'episodio chiude la stagione in maniera decisa, improntando la narrazione sul tema di agire al fine di sopravvivere, specialmente quando si viene messi alle strette o quando si raggiunge un certo limite. I vari protagonisti si muovono all'interno della trama, svolta anche grazie a una regia ineccepibile, con inquadrature fra il cinematografico e il vorticoso e la colonna sonora che completa il tutto. Riprendendo quanto visto in "Allegiance", June deve ora fare i conti con il crescente malcontento nei confronti dei rifugiati e dopo che Luke uccide l'uomo che l'ha aggredita, questa decide che è il momento di lasciare il Canada, ma non tutto va come previsto; infatti all'ultimo secondo Luke sceglie di farsi arrestare per permettere a June e Nichole di fuggire, lasciando il suo destino nella totale incertezza. La nostra protagonista non sarà sola nella sua fuga, poichè sul treno diretto a Vancouver ci sono anche Serena e Noah e, da quanto hanno passato insieme qualche episodio fa e dagli istanti finali dell'episodio sembra che fra le due ci sarà un nuovo tipo di rapporto. Nel frattempo anche a Gilead vi sono degli sviluppi, con Nick che decide di non abbandonare June, offrendosi a Tuello come informatore e aggredendo un sempre più sottomesso Lawrence per quanto sta accadendo alla donna che ama (anche se sappiamo che è il sinistro comandante MacKenzie a tirare i fili), e pagandone le conseguenze, confessando infine a Rose il suo amore per June, mentre Janine tenta di riavvicinarsi a sua figlia Angela, ma affronta la sprezzante Naomi, ora sposa del comandante Lawrence (la quale sembra aver perso quel pizzico di umanità che aveva assunto qualche episodio fa), per poi venire arrestata dagli occhi per aver parlato con una marta in merito alla situazione di June, con Zia Lydia che sembra piuttosto pentita di quanto subito dalla ragazza (il che fa' pensare...).
IL PAGELLINO
The Handmaid's Tale continua ad essere una serie intensa, potente e assolutamente attuale, anche dopo anni di trasmissione e anche dopo aver superato da molto il limite posto dal romanzo di Margaret Atwood. In questa quinta stagione i momenti forti non sono davvero mancati e, avendo fatto tesoro di quanto di buono è stato fatto sin dal suo esordio, a partire dalla regia, fino alla cura maniacale della fotografia e alle struggenti e potenti note della colonna sonora di Adam Taylor, si prepara una solidissima base per quella che sarà la fine della serie. Lo spostarsi fra Gilead e Canada non ha compromesso la narrazione, anzi ha dato modo di muovere tutte le pedine della scacchiera in maniera sinergica, alternando manovre politiche, compromessi poco piacevoli, rapporti che mutano in maniera significativa e primi segni di cambiamento. Su questo punto non ci si può che soffermare sulle due incontrastate regine del cast, vale a dire Elisabeth Moss (che ancora una volta si fa' valere sia come attrice che come regista) e Yvonne Strahovski, i cui personaggi vivono situazioni all'inizio opposte, per poi incontrarsi nel settimo episodio, non a caso il migliore della stagione, e imparare molto l'una dall'altra (con tanto di inversione di ruolo), con il loro incontro sul treno per Vancouver che siglerà un evoluzione fondamentale nel loro rapporto, di cui vedremo i frutti il prossimo anno. Una menzione va fatta anche a Ann Dowd, che da' più sfaccettatura alla spietata Zia Lydia anche nei momenti di vulnerabilità, Madeleine Brewer, O-T Fagbenle, Max Minghella (era ora che Nick avesse qualcosina in più da fare...), Bradley Whitford, che ha mostrato un lato oscuro e scomodo di Joseph Lawrence (con tanto di regia nel suo curriculum), Sam Jaeger, il cui personaggio, anche se marginale, si è dimostrato abbastanza utile, Samira Wiley e la giovane Mckenna Grace, di cui si è visto piuttosto poco. Ancora una volta non si può che essere soddisfatti di quanto visto in questa quinta stagione e ci rattrista sapere che nel 2023, la storia di The Handmaid's Tale volgerà al termine, ma non temete: Bruce Miller è già all'opera per l'adattamento di The Testaments, serie che fungerà a sequel alle vicende di June e degli altri protagonisti e che avrà un identità propria rispetto al materiale della Atwood, proprio come la serie madre. E stando così le cose, non ci dispiace affatto...
RECENSIONI DEGLI SCORSI EPISODI:
5x01: MORNING/5x02: BALLET
5x03: BORDER
5x04: DEAR OFFRED/5x05: FAIRYTALE
5x06: TOGETHER
5x07: NO MAN'S LAND
5x08: MOTHERLAND
5x09: ALLEGIANCE
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