SHŌGUN - Recensione 1x10 "A Dream of a Dream" (SERIES FINALE)


La miniserie Shōgun volge al termine con un epilogo poetico e decisamente coerente con quanto visto nei precedenti capitoli, chiudendo perfettamente la storia principale. Diretto da Frederick E.O. Toye, come per l'episodio precedente, e scritto da Maegan Houang e Emily Yoshida, "A Dream of a Dream" vede Blackthorne, Toranaga e gli altri protagonisti affrontare le conseguenze di quanto avvenuto a Osaka, che porterà ognuno di loro a tracciare definitivamente il proprio destino.


"A nation without wars. An era of great peace. All of us have made this possible. You, me, Lady Mariko... even the barbarian who came out of the sea."

A seguito dell'attacco al castello di Osaka, Mariko viene seppellita e i reggenti votano per muovere guerra contro Toranaga. Blackthorne lascia Osaka assieme a Yabushige e alla famiglia di Toranaga e viene a sapere da padre Alvito che Mariko ha convinto la Chiesa a risparmiargli la vita. Una volta arrivati ad Ajiro, scoprono che la Erasmus è stata distrutta e Toranaga fa' arrestare Yabushige, mentre da' la caccia ad altri traditori. Yabushige confessa a Toranaga di aver aiutato Ishido nell'attacco a Osaka e lui gli ordina di compiere seppuku il giorno seguente. Blackthorne si ritrova con Fuji, la quale gli comunica di aver adempiuto al suo dovere come consorte e che intende diventare una suora. Il giorno seguente Blackthorne chiede a Toranaga di risparmiare Ajiro, minacciando di compiere seppuku, ma lui lo ferma, ordinandogli di costruire una nuova flotta. Toranaga confessa a Yabushige di aver distrutto lui stesso l'Erasmus per impedire a Blackthorne di lasciare il Giappone, che la morte di Mariko ha portato Ochiba a non sostenere più la causa di Ishido alla viglia della guerra e soprattutto che il suo piano di diventare shōgun può finalmente compiersi, decidendo di non svelare altri dettagli. Yabushige compie seppuku e Blackthorne, con l'aiuto di Buntaro e gli altri abitanti del villaggio, inizia a portare a riva l'Erasmus, mentre Toranaga osserva la scena.

COMMENTO: Shōgun chiude il suo percorso con un epilogo dal sapore poetico e incredibilmente concettuale, a dispetto di quanto si potesse pensare, il che è decisamente ammirevole per una serie di questa portata. Riprendendo dal momento straziante che ha concluso "Crimson Sky", l'episodio mostra come la morte di Mariko abbia effettivamente portato a una serie di eventi che hanno poi confluito nel piano di Toranaga, fungendo da vero e proprio motore per tutta la sua durata e toccando tutti i personaggi coinvolti nella vicenda. Blackthorne soffre per la sua perdita, ma al tempo stesso comprende l'importanza del suo sacrificio, che lo ha portato, fra le altre cose, ad essere risparmiato dai Portoghesi e soprattutto a venire scelto da Toranaga per costruire la sua nuova flotta, dato che l'Erasmus è stata distrutta da quest'ultimo, scelta che lo porterà a non lasciare mai più il Giappone (come dimostrato dalle brevissime sequenze ambientate nel futuro che lo vedono anziano e allettato). Yabushige affronta le conseguenze delle sue azioni, confessando a Toranaga il suo ruolo nell'attacco a Osaka e accettando il suo destino e compiendo seppuku, non prima di aver appreso dal suo signore come stanno realmente le cose. Non a caso, il momento più potente dell'episodio è proprio lo "spiegone" che Toranaga fa' a Yabushige, dove svela che la morte di Mariko è servita a far sì che lui compiesse il suo piano di sconfiggere Ishido e diventare shōgun, il quale svela la natura di questo finale. L'intero episodio è in verità propedeutico a quella che è effettivamente la conclusione del romanzo di James Clavell, che viene mostrata attraverso una brevissima sequenza della battaglia di Sekigahara, una scelta che si rivela audace e probabilmente non adatta a chi si aspettava qualcosa di più "tangibile", e questo fa' sì che tutto il resto, ovvero i Portoghesi e il piano di Gin per le case da te', finisca sullo sfondo (soprattutto i primi, rivelatisi essere un pretesto perchè Blackthorne maturasse). Insomma un finale non plateale come ci si potrebbe aspettare, ma incredibile e potente sotto molti punti di vista.

IL PAGELLINO


Shōgun era sicuramente fra i titoli più attesi di quest'anno e, ora che è conclusa, possiamo dire che tale attesa ha ben ripagato. La miniserie si rivela essere un prodotto fatto ad arte, nonchè un adattamento curato e più moderno del romanzo di James Clavell, una grandissima opera letteraria nel suo genere ma che necessitava di una rinfrescata, per così dire. La miniserie di casa FX presenta molti aspetti che colpiscono sin da subito, come una sceneggiatura scritta a mestiere e il suo eccellere dal punto di vista tecnico, con una scenografia davvero ben curata, una regia sempre al top e molto attenta ai dettagli e la colonna sonora, curata da Atticus Ross, suo fratello Leopold e Nick Chuba, intensa e che circonda ogni scena in maniera differente. Un altro aspetto importantissimo della serie è l'accurata ricostruzione degli usi e dei costumi dell'antico Giappone feudale, dalla ritualità attorno al concetto di onore e lealtà alla costruzione dei rapporti fra i vari personaggi, soprattutto quelli giapponesi, che sono il nucleo portante dell'intera serie. Non a caso il cast è stato scelto proprio per valorizzare questo elemento, ovviamente senza dimenticarsi le componenti occidentali del racconto, che comunque sono importanti. A questo scopo non possiamo non menzionare Cosmo Jarvis, che ha interpretato Blackthorne in maniera molto interessante, Hiroyuki Sanada e Anna Sawai, che con i loro rispettivi personaggi, Toranaga e Mariko, hanno costituito l'anima della serie, in tutto e per tutto, Tadanobu Asano e il suo ambivalente Yabushige, Fumi Nikaido e Moeka Hoshi, che hanno valorizzato la componente femminile della storia grazie anche ai loro personaggi, rispettivamente Ochiba e Fuji, che sono molto ben scritti, come anche Takehiro Hira, Tommy Bastow, Néstor Carbonell e Tokuma Nishioka, interprete di Hiromatsu, il consigliere di Toranaga. Sulla base di questi elementi, possiamo sicuramente dire che Shōgun finirà nel mirino della giura degli Emmy e che si porterà a casa diverse nomination, il che non sarebbe affatto una sorpresa, dato che se lo merita. Una sorpresa vera, e spiacevole, sarebbe se un giorno la serie venisse rinnovata per una seconda stagione, facendo così la fine di tante miniserie allungate solo per questioni monetarie (gli sceneggiatori hanno ribadito più volte che è fuori questione, ma non si può mai sapere...). Speriamo che ciò non avvenga, perchè altrimenti la magia e la poesia portata avanti dalla serie in questi dieci episodi svanirebbe del tutto e preferiamo che ciò non accada.

RECENSIONI DEGLI SCORSI EPISODI:

1x01: ANJIN/1x02: SERVANTS OF TWO MASTERS

1x03: TOMORROW IS TOMORROW

1x04: THE EIGHTFOLD FENCE

1x05: BROKEN TO THE FIST

1x06: LADIES OF THE WILLOW WORLD

1x07: A STICK OF TIME

1x08: THE ABYSS OF LIFE

1x09: CRIMSON SKY

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Articolo di Ada Bowman

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